Un tempo c’era il 2D con i suoi fogli e le sue annotazioni, bello ma così……bidimensionale! Arrivò poi la rivoluzione del 3D con la possibilità di “navigare” l’oggetto. Da allora e per lungo tempo 3D e 2D sono rimasti tanto separati quanto indissolubilmente legati: il 3D ampliava di tantissimo il quantitativo di informazioni che si riuscivano a passare, ma restava, senza il 2D, monco di una cosa fondamentale: l’informazione sulle dimensioni!!!!
Finalmente poi l’avvento della 3D annotation e……bye bye 2D!
Tutto risolto? Siamo certi che con il modello 3D con annesse annotazioni riusciamo a scambiarci tutte le informazioni in maniera chiara, senza alcuna ambiguità nè possibilità di errori di interpretazioni? Una persona distratta direbbe di si! Ma se alla persona distratta si facesse presente che la “cosa” che interpreta il modello 3D è una macchina imperfetta, spesso non sufficientemente istruita informaticamente (quanto è difficile correre dietro alle innovazioni tecnologiche!!), a volte distratta, e che spesso l’oggetto del modello 3D è un qualcosa di estremamente complicato, probabilmente cambierebbe idea!
Come azienda siamo stati chiamati a dare una mano ad un tecnico del settore dell’energia che aveva difficoltà a far ben comprendere all’officina il tipo di lavorazione che voleva ottenere su di un diaframma da ripristinare. IDEA! STAMPIAMO IL DIAFRAMMA E SIMULIAMONE IL RIPRISTINO DELLE PALE! Toccare con mano una riproduzione di ciò che si deve ottenere in officina fuga ogni dubbio!
STAMPA 3D E QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE!